Sinestesie
Desiré Lorca
C’è un odore giallo nell’aria, è il rumore del fieno.
Le biciclette sono appoggiate sotto il cielo e il tramonto le colora con un grido acceso.
Il 20 giugno il sole sembra non tramontare mai e il rumore del buoi è ancora nascosto tra gli odori del giorno.
Ci sono i venti a disperdere la luce, a raddrizzare le stagioni, ad acquarellare l’attesa.
Venti di terra, venti di mare, venti senza una direzione precisa; venti di altrove che tengono il sole alto e lo spingono nell’orizzonte dei campi.
Odori di stalla, rumori di stalla, colori di stalla.
Camminano mano nella mano, sentono i colori, vedono i rumori, asscoltano gli odori.
Aspettano il tramonto.
Forse ancora 20 minuti, forse meno, e li avvolgerà il rumore del buio.
Il vento pare accelerare, porta un sottile odore di polvere.
La stalla pare acquietarsi.
Le balle di fieno piu’ lontane non sono piu’ gialle, si scuriscono, diventano ombre nere.
Si fermano, sono ancora mano nella mano, sulla destra un torrente.
L’ acqua scivola: aspetta il tramonto.
Poi è il momento del buio.
Lui le lascia la mano.
Si mette di fronte.
Le mette le mani attorno al collo e stringe.
Lei cade, nelle sfumature cangianti della morte.
Lui torna, sale sulla bicicletta, si strofina le mani sui calzoni.
I venti portano per la campagna il grido dell’odio.