Su Tuttolibri de La Stampa, la prefazione di Michele Serra alla nuova pubblicazione ExCogita: Tutto sommato, la raccolta completa di tutti gli scritti giornalistici di Luciano Bianciardi. Eccone un estratto.
La quantità, intanto. Tutto quello scrivere per campare, un mestiere quotidiano che possiamo facilmente immaginare compresso nei tempi, ossessionato dai ritardi, timoroso di non avere badato abbastanza al buon livello della scrittura, perché in fondo all’articolo, per quanto trascurabile sia la testata, o secondario l’argomento, o modesto il compenso, c’è pur sempre la propria firma. Si è quello che si scrive –se davvero si scrive. Il primo invito al lettore è, dunque, mettere sempre in rapporto la mole titanica del lavoro giornalistico di Bianciardi con la sua qualità: costantemente alta, oserei dire incredibilmente alta in proporzione al numero degli articoli e alla varietà degli argomenti.
Mettere in rapporto quantità e qualità, parlando di scrittura giornalistica, significa tenere bene a mente i modi di produzione, quasi sempre dettati dalla fretta, dalla cadenza della cronaca (tutt’altro che sincronica con i tempi larghi della scrittura letteraria), nonché influenzati dalla natura dozzinale di un prodotto “di massa”, di rapido consumo, non destinato a rimanere: se non per esclusivo scrupolo dello scrivente, che non vuole lasciare tracce di mediocrità o di sciatteria. La cura scrupolosa della qualità, quando si scrive per un giornale, può essere d’impiccio. La tentazione di tirare via, di affidarsi ai luoghi comuni, alle comodità del preconfezionato, del già scritto e già letto, è costante: tanto ti pagano lo stesso, per dirla volgarmente. E dunque, se nel grande mucchio del lavoro di Bianciardi non troverete mediocrità e sciatteria, è per una ragione soltanto: lui era uno scrittore “naturale”, lo era anche prima di pubblicare
libri e di diventarlo per riconoscimento sociale. Non sarebbe stato capace di scrivere una sola riga senza che le sue parole gli assomigliassero e gli appartenessero, e questa mi pare, tutto sommato, la definizione più azzeccata di “scrittore”.