In seguito all’uscita dei due volumi ExCogita per il centenario di Luciano Bianciardi (Tutto sommato e Imputati tutti), i giornali stanno dando sempre più spazio alla figura dell’intellettuale grossetano.
Oggi, 17 novembre, ne parla il quotidiano nazionale Il Giorno, che riporta un’intervista a Luciana Bianciardi firmata da Marianna Vazzana. Eccone un estratto.
È stato definito anarchico, ribelle, inclassificabile. Impossibile ingabbiare in un’etichetta Luciano Bianciardi, scrittore, giornalista, traduttore e molto altro nato a Grosseto nel 1922 e morto a Milano nel 1971. Una mente brillante del secondo dopoguerra, libero pensatore, penna sferzante verso le storture della società e nello stesso tempo ironica, che riportava la visione di un attento osservatore dei costumi sociale, della televisione, ella politica, della letteratura, dell’arte, del cinema e dello sport. Ora, a cento anni dalla nascita, la casa editrice ExCogita diretta dalla figlia Luciana Bianciardi, che è anche docente di Editoria alla IULM, presenta i volumi Tutto sommato e Imputati tutti. “La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo. «Abbiamo voluto pubblicare il “mai pubblicato”» spiega Bianciardi.
Sempre di oggi è anche il bel pezzo del Corriere Fiorentino di Roberto Barzanti che, ricordando le uscite ExCogita, illustra in particolare le vicende legate al processo subito dal racconto “La solita zuppa” del 1965.
La casa editrice milanese ExCogita, animata dalla figlia Luciana, propone la ristampa di uno dei più famosi racconti di Bianciardi, La solita zuppa (1965). Il volume, Imputati tutti. “La solita zuppa”: Luciano Bianciardi a processo, inquadra il testo evocando le polemiche provocate e ripercorre la vicenda giudiziaria che subì. Luciana la ricostruisce con accanita minuzia insieme a Federica Albani: dopo tante ristampe, l’operetta assume così il valore di pamphlet che denuncia il perbenismo imperante e il clima di quegli anni duri in fatto di economia quanto tradizionalisti e sessuofobici in tema di costumi.